Il restauro e le analisi

PER APPROFONDIRE

Progetto Bononi

Il restauro del dipinto: L'incoronazione della Vergine

La Parrocchia dell’Annunciazione di Santa Maria in Vado dispone di un patrimonio artistico di grandissima importanza, con preziosi manufatti ed opere d’arte tra loro strettamente collegate alla devozione che da centinaia di anni fa di questo luogo un elemento cardine di culto e di bellezza nella città di Ferrara. Ben dodici dei grandi quadri di Carlo Bononi sono esposti da secoli nella Basilica, per l'ammirazione e l'adorazione dei fedeli.

Le opere d'arte soffrono però, inevitabilmente, dello scorrere dei secoli e di condizioni microclimatiche non ottimali. In particolare, il tondo ad olio su tela raffigurante L’incoronazione della Vergine opera di Carlo Bononi (1569?-1632) che si trovava collocato a soffitto, nel transetto principale della Basilica, è stato rimosso dopo il terremoto del 2012 che lo aveva distaccato in parte dal supporto; quindi da tempo non è più visibile al pubblico. 

L’opera fu eseguita tra il 1616 e il 1620 e, per importanza e dimensioni, rappresenta uno dei capolavori del Seicento a Ferrara. A seguito dell’intervento post-sisma, è emerso che il dipinto versava in uno stato di conservazione particolarmente compromesso, imputabile all’effetto combinato di volatili, topi e insetti, con chiari segni di pericolose e distruttive aggressioni microbiologiche in atto.    

In tale contesto e con il contributo del Consorzio Futuro in Ricerca, il CIAS si è reso disponibile a finanziare con fondi propri il restauro pittorico dell’opera, a cura dell’impresa Fabio Bevilacqua Restauri, avendo così occasione di sviluppare, in parallelo, le proprie ricerche, non invasive, in tutte le fasi di recupero del dipinto, studiandolo sul campo e riproducendone quindi in laboratorio i processi di degrado fisico, chimico e microbiologico, avvenuti ed in atto.

Dal mese di maggio 2017 il dipinto è stato sottoposto ad una serie di indagini non invasive, volte a stabilire sia lo stato di degrado della fodera e dello strato pittorico, sia l'individuazione degli agenti patogeni che ne sono responsabili.

Alcuni gruppi di ricerca dell'Università degli Studi di Ferrara si sono già avvicendati nella valutazione del dipinto attraverso strumentazioni e competenze tecniche di eccellenza. I campionamenti finora effettuati comprendono:

  • dott.ssa Elisabetta Caselli (CIAS): Analisi delle specie microbiche con sistemi di identificazione microscopica ottica ed elettronica, saggi biochimici e analisi molecolari (PCR, qPCR)
  • prof.ssa Simonetta Pancaldi, dott.ssa Costanza Baldisserotto (Dipartimento di Scienze della vita e biotecnologie, Sezione di Botanica Applicata): Studio biologico e caratterizzazione degli agenti di degrado (microscopia elettronica SEM e TEM)
  • dott.ssa Lisa Volpe (CIAS): Analisi degli aspetti chimico-fisici e spettroscopici dei colori utilizzati dal pittore per la caratterizzazione della palette dell'artista (spettroscopia IR)
  • dott.ssa Maria Teresa Camerada (CIAS): Analisi degli organismi biodeteriogeni rinvenuti sull'opera
  • prof. Andrea Balbo (Centro Daccò), dott.ssa Lisa Volpe (CIAS): Studio SEM e FTIR del campioni di colore del dipinto
  • prof. Ferruccio Petrucci, dott.sse Anna Impallaria, Flavia Tisato e Lisa Volpe (Laboratorio di Archeometria del Dipartimento di Fisica e Scienze della Terra, Sezione INFN di Ferrara, Laboratorio TekneHub del Tecnopolo di Ferrara): Analisi con fluorescenza a raggi X (XRF) del dipinto